1338 Simona Grossi Articoli
30 agosto, 2018

Le donne e le imprese, un trend fortunatamente in aumento

Alcune caratteristiche tipiche delle donne assumono una centralità imprenditoriale tale da renderle perfette per questo nuovo modello di impresa e, più in generale, di mercato del lavoro, che si sta sviluppando nella contemporaneità. Se le loro soft skills le rendono capaci di arginare e controllare la modernità, infatti, questo è dovuto ad alcune caratteristiche come l'organizzazione, la pianificazione, l'approccio orizzontale e la dote dell'ascolto. Non è un caso che è questo un periodo di fervente rinascita dell'imprenditoria al femminile, com’è dimostrato tra l'altro dalla sottoscrizione il 4 giugno scorso del Protocollo d'Intesa per lo sviluppo e la crescita delle imprese femminili da parte del Ministero per lo Sviluppo Economico e il Dipartimento delle Pari Opportunità.

"Si è concluso l’iter per la firma digitale dell’ulteriore Atto di proroga del Protocollo d’intesa per lo sviluppo e la crescita delle imprese femminili sottoscritto il 4 giugno 2014, già a suo tempo prorogato fino al 31 dicembre 2017, tra Dipartimento per le pari opportunità, Ministero dello sviluppo economico, Associazione bancaria italiana (ABI) e le associazioni rappresentative. L’Atto di proroga estende per ulteriori due anni, ossia fino al 31 dicembre 2019, la validità del Protocollo in questione con il quale è stato avviato un rapporto di collaborazione tra le Parti firmatarie per favorire la possibilità di accesso al credito da parte delle imprese a prevalente partecipazione femminile e delle lavoratrici autonome" recita lo stesso sito istituzionale[1].

E' una crescita lenta ma costante quella delle aziende guidate da donne, che ha parallelamente segnato una graduale ripresa economica di tutto il mondo imprenditoriale grazie ad un modello più consono al contesto di crisi dal quale usciamo.

Per citare un esempio, in Alto Adige le imprese femminili sono aumentate dello 0,4 % nei confronti del primo trimestre del 2017. In particolare, hanno registrato un aumento dello 0,9% il settore alberghiero e della ristorazione, per arrivare addirittura ad una crescita del 2,8% nei servizi privati[2].

Così come a Cosenza, dove con il Rapporto sullo stato dell’economia femminile elaborato dalla Camera di Commercio si registra un numero di aziende amministrate dalle donne che raggiunge la quota di 15.882 unità, pari al 23,39% del totale. "La provincia di Cosenza mostra una vocazione all’imprenditoria femminile più alta rispetto alla media nazionale. Un dato che restituisce il valore e la capacità delle nostre imprenditrici di conquistare spazio e mercato" ha quindi affermato Klaus Algieri, presidente della Camera di Commercio di Cosenza[3].

In Italia, allargando la lente, le aziende guidate dalle donne sono poco più di 1,3 milioni, attestando un aumento dello 0,8% nell'arco degli ultimi dodici mesi. A livello nazionale rappresentano quindi il 22% delle imprese totali, con una percentuale più alta nei settori del commercio (27,2%) e dei servizi privati (21,7%)[4].

E' quindi lento ma continuo l'incremento dell'imprenditoria femminile, ed è un dato di cui non posso che essere felice, con la ferma consapevolezza di quanto finora l'Italia abbia sprecato le immense risorse manageriali delle donne, arroccandosi su modelli di sviluppo patriarcali ed obsoleti divenuti ormai, finalmente, controproducenti oltre che eticamente

Simona Grossi